
L’AMBIENTE DI ROMA, I RIFIUTI E LO SPRECO DI RISORSE
Diversamente da Roma, in tutte le più importanti capitali europee la gestione dei rifiuti è una componente positiva dell’economia urbana, in termini di recupero di materia ed energia.
E’ stato calcolato che ogni giorno partono da Roma almeno 160 tir da 24 tonnellate per trasportare oltre 3500 tonnellate di rifiuti con un costo che nel 2020 è stato di quasi 200 milioni €.
Si stima che tra il 2012 e il 2020 il costo sia stato tra 1,5 e 1,8 miliardi €.
Con le stesse risorse Roma avrebbe potuto investire negli impianti e nei servizi necessari per gestire e chiudere il ciclo dei propri rifiuti.
Anche se Gualtieri è sindaco da poche settimane, è evidente l’affanno nella gestione dei rifiuti che è espressione di incertezza nella visione e capacità di scegliere. E questo non è un buon segno.
PARTECIPA ROMA, un’associazione di volontari a servizio della città, vuole mettere le carte in tavola con valutazioni e proposte coerenti con le regole europee e le leggi nazionali che evidentemente a Roma non sono rispettate, diversamente dalle altre città italiane che da tempo hanno trasformato i rifiuti in risorsa.
IL PIANO DI AZIONE EUROPEO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
Gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea nel 2018 prevedevano di raggiungere entro il 2035 – attraverso la raccolta differenziata – almeno il 65% di recupero di materia e il 20 % di recupero di energia con il 15% in discarica di rifiuti indifferenziati.
Questi obiettivi sono in corso di aggiornamento nell’ambito del Piano di Azione per l’Economia Circolare, che costituisce uno dei “pilastri” del Green Deal approvato dal Parlamento Europeo a gennaio 2021. Di conseguenza la programmazione del sistema di gestione dei rifiuti urbani deve prevedere l’integrazione di raccolta differenziata e recupero di materia ed energia. Ovvero, la raccolta differenziata non ha senso se non è accompagnata dalla realizzazione degli impianti per il recupero.
Per Roma proponiamo dunque un programma per la gestione dei rifiuti urbani che stabilisca obiettivi di raccolta differenziata connessi ad obiettivi di recupero, attraverso la realizzazione di impianti collocati nella Città Metropolitana, al fine di dare attuazione alle regole europee che prevedono l’autosufficienza della gestione dei rifiuti nei territori di origine.
RACCOLTA DIFFERENZIATA E IMPIANTI PER IL RECUPERO DI MATERIA ED ENERGIA
La città di Roma produce circa 1.900.000 tonnellate all’anno di rifiuti urbani (circa 5.000 al giorno), di cui il 40% circa è rappresentato dalla frazione organica (umido). La raccolta differenziata è al 45%.
Per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’UE, e in vista delle nuove regole per dare attuazione al Piano di Azione per l’Economia Circolare che assume ancora maggiore priorità dopo la COP 26
- la raccolta differenziata dovrà essere progressivamente aumentata, fino a raggiungere almeno l’85% per consentire un corrispondente recupero di materia ed energia;
- è necessario programmare e mettere in cantiere fin da ora gli interventi necessari per realizzare , entro 2 anni,
- impianti per il trattamento e recupero di materia e la produzione di combustibile solido secondario (CSS) con una capacità complessiva pari ad almeno 570.000 tonnellate/anno. Gli impianti devono essere finalizzati prima alla selezione e trattamento dei rifiuti, e poi alla loro trasformazione in materie prime secondarie e prodotti.
Attualmente Roma è priva di questi impianti, e i rifiuti vengono “esportati” con costi elevati in altre Regioni e all’estero, dove vengono impiegati prevalentemente per il recupero di energia.
Pertanto “a valle” dei TMB vanno realizzati nel territorio della Città Metropolitana tanti impianti (almeno 6) quante sono le principali linee di recupero : plastica, carta, vetro, metalli, legno, CSS.
- impianti per il trattamento biologico e valorizzazione della frazione organica con una capacità di almeno 700.000 tonnellate/anno. Attualmente nella Città Metropolitana di Roma è trattato circa il 10% della frazione organica. Il restante 90% viene “esportato”.
Pertanto devono essere realizzati almeno 3 impianti per il trattamento della frazione organica, associati alla produzione di biogas/biometano (obiettivo prioritario del PNRR) che potranno essere localizzati in aree agricole o industriali dismesse nel territorio della Città Metropolitana.
- impianti per il recupero di energia con una capacità di almeno 350.000 tonnellate/anno. Attualmente Roma non ha impianti. Il 20% dei rifiuti, non altrimenti recuperabile a valle dei TMB, può essere destinato a recupero energetico. La Città Metropolitana di Roma non ha impianti per il recupero energetico.
Pertanto devono essere realizzate nel territorio della Città Metropolitana almeno due linee di recupero energetico, ciascuna con una capacità di 500 tonnellate al giorno (come l’impianto di Brescia), con la connessa produzione di elettricità e calore da veicolare con teleriscaldamento.
- discarica di servizio con una capacità di 280.000 tonnellate/anno (750 tonnellate al giorno), destinata allo smaltimento di residui non altrimenti riciclabili o destinabili al recupero di energia.
La discarica dovrà di conseguenza avere dimensioni ridotte e una gestione “inflessibile” per evitare che arrivino in discarica rifiuti che possono essere recuperati e valorizzati.
MISURE PER LA TRANSIZIONE 2022-2023
- Considerato che le normative europee e nazionali hanno certificato che il CSS è un combustibile alternativo a basso impatto ambientale, gli impianti di produzione di cemento ubicati nella Città Metropolitana (Colleferro e Guidonia) dovranno essere autorizzati all’utilizzo del CSS per la sostituzione dei maggiormente inquinanti carbone e pet coke attualmente impiegati per la produzione di cemento.
Si stima che questa misura consentirà di utilizzare almeno 250.000 tonnellate/anno di CSS, prodotto con il recupero di circa 360.000 tonnellate di rifiuti.
- La Regione dovrà autorizzare la piena utilizzazione della capacità residua di tutti gli impianti di trattamento e recupero di materia ed energia ubicati al di fuori della Città Metropolitana di Roma. A questo fine la Città Metropolitana e la Regione dovranno sottoscrivere un accordo vincolante per entrambi che stabilisca le quantità e la destinazione dei rifiuti di Roma negli impianti del Lazio.
- Il trasferimento dei rifiuti ad altre Regioni, ovvero ad aziende ubicate in altre Regioni, anche in condizioni di emergenza, dovrà essere stabilito con procedure di evidenza pubblica e sulla base di preventivi di costo trasparenti.
- Il trasferimento dei rifiuti in altri paesi europei dovrà avvenire sulla base di gare pubbliche.